Ciak Teramo

Porchetta di Campli

“…e quuindi passai in terra d’Abruzzi, dove gli uomini e le femmine vanno in zoccoli su pei monti, rivestendo i porci  delle lor busecchie medesime” (Decamerone, novella X, sesta giornata).

Nela tradizione gastronomica, ciò che è vanto dei camplesi è la “Signora porchetta” (un maiale di circa 100 kg. Intero, sapientemente disossato, acconciato, aromatizzato con sale, pepe, rosmarino triturato, cotto e rosolato al forno per circa 5 ore). I reperti del sito archeologico della vicina Campovalano, testimoniano dell'allevamento del maiale già nell'età del bronzo; le prime notizie storiche della vendita regolata da precisi criteri di origine e preparazione, sono contenute nei Codici medievali dei Farnese dove si attesta che già nel 1200 a Campli si teneva un mercato settimanale, dove si vendeva porchetta e solo in quel giorno di fiera ne era consentito il consumo.

“Campli, la porchetta degli dei. La tradizione risale al 1500 e dal 1964 si ripete la sagra che assegna medaglie al merito. Nell0 Statuto municipale di Campli del 1529 più di un capitolo è dedicato al consumo della porchetta […] la vendita al pubblico era ammessa solo dopo che il Camerlenco (tesoriere del Comune) concedeva l’autorizzazione, previo assaggio di una libbra del prodotto e dopo averne concordato il prezzo con i Sei signori del reggimento” (F: Aurini)

Già in età Romana, della porchetta si interessavano i “Decuriones”, che dettavano i modi dell’assaggio per assicurarsi che essa fosse cotta a puntino (per evitare speculazioni sul peso).

Dal 1964, per intuizione di Fernando Aurini, con la collaborazione dell’Agenzia dell’Ente Provinciale del Turismo, per promuovere il turismo nelle aree interne e valorizzare il prodotto tipico, fu istituita la Sagra della porchetta…Nei giorni della sagra, a Ferragosto, immense folle di “devoti” ghiottoni raggiungono Campli; ma …senza sperare Indulgenze..

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