“Và in città e avvisa il clero che la Madre del Signore è apparsa qui; si venga dunque qui ad onorarla e si costruisca in suo onore un Santuario!”
Dopo tre giorni di tante titubanze, il governatore, il clero ed il popolo si recarono con Bertolino sul colle, videro e credettero. Così, ricchi e poveri contribuirono alla colletta per l’erezione del primo Santuario, piccolo e modesto, dove venne collocata l’icona della Madonna.
Oggi sulla collina del prodigio, chiamata “Collina dello Splendore”, tre segni raccontano il meraviglioso incontro tra il divino e l’umano: il Santuario, le iniziative permanenti, lo spazio sacro della collina, per questo il Santuario della Madonna dello Splendore dall’inizio del 900 si colloca tra i sette santuari più famosi d’Italia.
La struttura architettonica come appare oggi, con i bracci del portico decorato a mosaico dell’artista Giancarlo Navarrini sul tema dei misteri del Rosario e dei Misteri della luce che cinge il sagrato antistante, è frutto di un rifacimento novecentesco tra il 1927 e il 1950; mentre l’assetto originario quattrocentesco fu stravolto dagli interventi di Giosia Acquavia nel 1600. Da allora è stata rimaneggiata ed ingrandita più volte, mantenendo comunque la pianta a croce greca e la facciata romanica. Nel luogo dell’apparizione venne innalzata una chiesa…accosto alla chiesa sorse un monastero officiato dai P.P. celestini che in appresso venne ampliato con l’aiuto del Duca d’Atri Giosia III… Il Duca regalò alla chiesa il ricco ed elegante altar maggiore, fece eseguire le statue di San Benedetto e di San Celestino…stucchi, dorature, arredi…
L’interno, dall’unica e ampia navata con soffitto a cassettoni, pavimentata con marmo di Carrara a scacchiera color bianco e grigio ardesia, si illumina dell’icona dorata della Vergine sull’altare maggiore e si colora degli affreschi sulle pareti laterali, in sei rettangoli a sfondo dorato che corrono sopra i finestroni: la consacrazione al Tempio-l’Annunciazione – lo Sposalizio – l’Assunzione dei pittori locali: Alfonso Tentarelli di Giulianova e Raffaele Sardella di Teramo. Negli spicchi dell’arco absidale, le icone dei santi Dottori, i quattro clipei degli evangelisti e la scritta in latino dei primi versi dell’ave Maria. Sulle pareti del coro, quattro tele di identiche dimensioni del napoletano Giacomo Farelli commissionate da Giosia Duca Acquaviva nel 1660 con i Misteri Mariani: l’Immacolata Concezione– la Natività di Maria – l’Annunciazione, l’Assunzione in cielo. Altra nota di raffinato artigianato artistico è l’orano di Benedetto Ragucci.
Nell’ampia sacrestia, troviamo la pala d’altare di Paolo Veronese con la Vergine in gloria co i santi Pietro e Paolo, Dorotea e Francesco, il Padre eterno e la colomba dello Spirito Santo. Impreziosisce ancor più la raffinata pittura veneta, la sontuosa cornice ottocentesca decorata a girali fitomorfe. Sul retro è stata riscoperta l’iscrizione: Alla Beata Vergine dello Splendore. M.a Giulia Colonna dei Pri.pi di Stigliano Duchessa d’Atri donava A.D. 1851. A testimoniare la sagace politica di protezione e dotazioni del sacro sito della famiglia Acquaviva nel corso della storia.
Ancora la Sagrestia, accoglie un prezioso tabernacolo intagliato nel 1720, in avorio e madreperla attribuito alla scuola di Fra Michele Simone da Petrella, maestro “Marangone” dei Cappuccini.
La piscina
Sul retro del Santuario, in corrispondenza dell’altare maggiore è stata sistemata la piscina ornata nel 1986 da vivaci mosaici dell’artista atriano Bruno Zenobio che accoglie la sorgente scaturita subito dopo le tre apparizioni, in presenza di tutto il popolo. La sorgente spontanea è considerata il dono metaforico della Madonna per dissetare, ristorare, alimentare speranza, guarire. I mosaici, infatti illustrano in quattro scene il miracolo di Naam che, bagnatosi nel Giordano viene risanato dalla lebbra.
La Via Crucis
Una suggestiva e momumentale Via Crucis, lungo una via ripida che unisce la collina al lido, sono disposte le statue in bronzo a grandezza naturale che incarnano le tappe dell’ascesa di Gesù al Calvario.
L’icona della Madonna
È una pregevole scultura lignea policroma, opera di autore ignoto, databile tra fine XIV e inizio XV secolo, forse proveniente dalla distrutta città di San Flaviano; ma si favoleggia che fosse arrivata dall’oriente..La piccola statua del veggente Bertolino con il tronco dell’albero è opera realizzata dalla scuola d’arte di Ortisei negli anni cinquanta del Novecento. In omaggio allo Splendore, la statua fu incoronata in due occasioni: il 15 Agosto 1914 e il 22 aprile 1964, con due corone di argento massiccio laminato in oro di raffinatissima fattura realizzate da Migliori, storici Maestri orafi di Giulianova. Sembrerebbe che, con il consenso dei fedeli, l’oro utilizzato fosse quello di tutti i gioielli donati alla Madonna nel tempo, come ex voto.
La leggenda dell’apparizione
E’ il tramonto del 22 Aprile 1557. Un vecchio contadino di Giulianova di nome Bertoldino ha da poco finito di arare il suo campo. Sta per liberare i buoi dal giogo, quando vede le bestie inginocchiarsi all’improvviso: in alto, su un di un ulivo, sospesa in aria c’è una signora di mai vista bellezza, circonfusa di luce, che gli fa cenno di avvicinarsi. Dice di essere la Regina del cielo e vuole che Bertoldino vada dal Magistrato della città per chiedergli di costruire un tempio in quel luogo. Il contadino si precipita, ma viene preso per pazzo, o per ubriaco. Sconfortato, il giorno dopo riprende ad arare il suo campo, ma ecco apparirgli di nuovo la Vergine che lo esorta a insistere nella richiesta. Bertoldino torna dal magistrato, ma uno dei capo del popolo sta per mettergli le mani addosso quando… rimane come paralizzato e non riesce neanche a gridare. All’annuncio di un simile prodigio il popolo accorre sul luogo e vedendo l’ulivo ancora risplendente fa voto di realizzare il tempio. Bertoldino, emozionato per l’intensa giornata trascorsa, desidererebbe bere ed ecco scaturire ai suoi piedi una fonte. Così sorge il Santuario dedicato alla Madonna dello Splendore, la quale opererà conversioni e guarigioni. Viene anche istituita la “Festa dello Splendore”. La sorgente nei pressi del santuario non ha mai cessato di riversare la sua acqua fino ai nostri giorni.
Fernando Aurini “La Feta dello Splendore”, in Mattino D’ Abruzzo.
La devozione
Preghiera di invocazione alla Madonna
A te, o Padre,
che per mezzo di Gesù Cristo,
'irradiazione' della Tua gloria,
nello Spirito Santo,
hai reso la Vergine Maria
riverbero del Tuo mare di luce,
onore, lode e gloria.
Maria Santissima dello Splendore,
manifesta ai tuoi figli,
come all'umile Bertolino,
il Tuo amore di Madre.
A Te, Madre di Dio e Madre nostra
ci affidiamo con tutto il cuore.
Implora la benedizione di Dio
sul Popolo giuliese,
ravviva la fede nei nostri cuori,
proteggi tutti coloro che ricorrono a Te,
custodisci e rafforza l'amore
delle nostre famiglie,
attira i giovani a Gesù,
sostieni gli anziani, conforta i malati,
accompagna i nostri cari defunti
nello splendore di Dio.
Per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
La festa
“I rituali della tradizione civile sono tuttavia cambiati nel corso del tempo. È venuta meno la contesa degli “uomini ignudi”, un tempo organizzata dal Magnifico Capitano che coadiuvato da un Alfiere e Maestro di Fiera, garantiva ordine e organizzava i festeggiamenti. Resta invece ancora presente la tradizionale corsa dei cavalli“
A ricordo della leggenda del contadino Bertoldino, venne istituita il 22 aprile la “Festa dello Splendore” che ogni anno si ripropone a Giulianova. Anticamente, per renderla più degna e solenne, veniva aletto un” Capitano della Festa” che a sua volta nominava un alfiere. Il Capitano aveva l’incarico di organizzare e dirigere i festeggiamenti e offrire, a sue spese, pranzi e premi ai partecipanti alle diverse gare in programma, tra le quali era immancabile quella della corsa dei cavalli “ berberi”, che montati a pelo, percorrono le caratteristiche strade della città alta.. Il Capitano comandava poi la scorsa d’onore nella processione cui interveniva il clero con tutto il popolo. Veniva tenuta ogni anno pure una fiera che diventò presto una delle più importanti e tradizionali della regione.
Fernando Aurini, Il Giornale d’Italia 20.4.1958
La ritualità religiosa prevede:
Anticamente “la processione della Proteggitrice Santa Maria dello Splendore viene accompagnata dal Capitanato con tutto il suo corteggio di soldati, con lo sparo di archibugi e da altri segni di notabile allegrezza”