Scendendo nelle campagne, a circa due chilometri dall’abitato di Canzano, c’è la piccola Chiesa del Perdono, che ha l’aspetto di una cona votiva, legata alla fortissima devozione alla Madonna. Fu edificata accanto al grande ontano bianco, chiamato alno e sta a segnare il punto esatto dell’apparizione della Madonna. Secondo alcuni filologi, il nome generico Alnus deriverebbe da una radice indo-europea che significa “sorgere”, “alzarsi”, “crescere”, in rapporto al suo rapido sviluppo; secondo altri sarebbe derivato del celtico al (presso) e lan (bordo di fiume), con riferimento al loro habitat, fresco ed umido. E proprio con riferimento agli habitat nei quali crescono (luoghi nebbiosi e umidi), gli Ontani sono stati sempre considerati alberi misteriosi, elementi di rinascita, di un mondo “di confine”, di raccordo tra il mondo materiale e quello spirituale. Questi alberi svolgono una funzione di “mediazione”, cui è legato l’uso più importante del legno che, per la sua particolare resistenza all’umidità, viene impiegato nella costruzione di ponti: ponti reali che richiamano quello, dal magico potere, che unisce gli oscuri confini dei due mondi.
L’interno della cappellina, sobrio ed essenziale, ospita l’altare, riccamente vestito di paramenti ricamati ed il dipinto che raffigura l’episodio dell’apparizione. È questo il luogo del cuore per i fedeli ed è qui che la devozione si fa più forte e profonda, non soltanto nei giorni della festa.