Dalla lettera del vescovo di Teramo Antonio Campano al Cardinale di Pavia 1475
…Sono in una città molto amena e bella. E’ situata tra due fiumi che ne bagnano le mura e subito, passata la città, si uniscono. Uno ha nome Vezzola, l’altro Tordino…La città, posta nell’angolo dei due fiumi confluenti, si distende su un pianoro un poco più alto…ad occidente i monti, donde riceve aria fresca nell’estate; ad oriente l’Adriatico, donde tepore d’inverno…verso settentrione si vede distendersi sui colli uliveti e vigneti…entro le mura della città, quanto spazio intercede, tutto lo empiono orti irrigui, dei quali scelta perenne è la verdura. Le sue vie si dirigono, alcune per lungo, altre per largo; e queste e quelle corrono dalle mura alle mura e dalle porte alle porte, quant’è la larghezza della città…tante sono le porte della città; la più celebre Porta Romana che conduce a Roma, Porta Reale che conduce a Napoli, Porta Vezzola, quella che, passato il fiume, mena ai Piceni. Presso ciascuna porta scaturisce una fonte di molt’acqua e assai chiara…Nel mezzo della città si eleva la Cattedrale sacra alla Vergine Madre. La sua corte scoperta a mezzogiorno tocca il vecchio Anfiteatro”,.
Interamnia, prima della conquista romana fu metropoli e capitale indipendente del Pretuzio, poi “Conciliabulum”, cioè luogo di incontri commerciali e culturali della VI Regio Picena e vide la costruzione di importanti monumenti quali il Teatro, l’anfiteatro, le Terme, le ville e i templi. Alla caduta dell’Impero Romano seguirono le dominazioni barbariche: i Visigoti, i Longobardi del Ducato di Spoleto ed infine i Normanni che ne provocarono la distruzione incendiando anche l’antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. La ricostruzione fu merito del Vescovo-Principe Guido II che dal 1154 rifondò la città con la costruzione della nuova Cattedrale di Santa Maria Assunta alla quale si aggiunsero nei secoli successivi, il campanile, il portico del palazzo vescovile; la chiesa della madonna del Carmine, l’Ospedale di Santo spirito e quello di Sant’Antonio Abate; la chiesa di San Domenico e fu ampliata quella di San Francesco (oggi Sant’Antonio). Il secolo XV, con il governatorato degli Acquaviva è il secolo di Zaccaria musicista e compositore; è il secolo della realizzazione del Polittico di Jacobello del Fiore e del Paliotto di Nicola da Guardiagrele per la Cattedrale; è il momento della costruzione del nuovo Palazzo Comunale con la Loggia delle Adunanze e dei palazzotti gentilizi. Tra il Settecento e l’Ottocento Teramo vive la sua “Rinascenza”: un momento di grande fervore culturale e di riqualificazione urbanistica, stimolati da Melchiorre Delfico e dal Circolo degli Illuministi: si pongono le fondamenta del Ponte San Ferdinando e del Ponte a Catena, del Palazzo dell’Intendenza (Prefettura), della fontana in Piazza Garibaldi, dell’Orto botanico, oggi Villa Comunale, dei palazzi lungo il Corso san Giorgio, della ferrovia, del Teatro; si allestisce la prima Pinacoteca civica; si aprono i cantieri di scavo archeologico che fanno riemergere le domus di piazza Sant’Anna e l’antica Cattedrale di santa Maria Aprutiensis, il Teatro Romano, il mosaico del leone. Dagli scritti di Mario Pomilio si può conoscere la Teramo dei giorni nostri: “
Patrono di Teramo è San Berardo dei conti di Pagliara, mistico Benedettino, Vescovo e Principe Aprutino per volere del popolo fino al 1122; ma è fortissima la devozione Mariana e vi è un particolare “aspetto urbanistico mariano”nella città: infatti, le chiese (fuori le mura) del Cuore Immacolato di Maria, della Madonna delle Grazie; della Madonna della Cona e di Santa Maria in Cartecchio, disegnano una croce, al cui centro è la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Ma la vera regina della città è “la Madonn”, Santa Maria delle Grazie.