Non parliamo di un Borgo qualunque!
Continuando il viaggio straordinario alla scoperta dell’Abruzzo, ci imbattiamo nel comune di Pietracamela in provincia di Teramo, e il suo splendido borgo scavato nella roccia, considerato 47° eccellenza nella rubrica Eccellenze d’Abruzzo.
Le vere ricchezze di questo borgo sono la natura, il silenzio, la pace ed un paesaggio mozzafiato, che si presenta in tutta la sua maestosa bellezza. In questo incantevole scenario, dal borgo partono bellissimi sentieri per passeggiate e attività di trekking e attività di mountain biking sui percorsi storici dei pastori e cardatori di lana , primi abitanti del paesino.
E’ inoltre possibile per gli amanti dell’escursionismo praticare ascensioni in quota, alpinismo e roccia.
Pietracamela, il gioiello abruzzese ai piedi del Re degli Appennini, il massiccio del Gran Sasso è un borgo affascinante e incredibilmente suggestivo , tutto da scoprire!!!
Il piccolo centro di Pietracamela, in provincia di Teramo, nel XIV secolo era noto con il solo toponimo di Petra, dal XVIII secolo venne citato come Pietra Camela.
Gli storici sono concordi nello scomporre il nome del paese nelle due parole: Pietra e Camela.
Al primo termine è assegnata l'origine etimologica petra, che vuol dire “ pietra”, "roccia", parola idonea a descrivere la presenza del Corno Piccolo del Gran Sasso che sovrasta l'intero centro abitato.
Il termine Camela invece serve a rappresentare la tipica forma del massiccio, che somiglia alla gobba di un cammello, entrambi effigiati nello stemma di questo piccolo e suggestivo comune montano.
Nel territorio del comune è stata istituita, nel 1991, la Riserva naturale del Corno Grande di Pietracamela. L'intera area è stata destinata alla reintegrazione e ad un programma di ripopolamento del camoscio d'Abruzzo, da tempo estinto.
Il paesaggio che circonda questo centro è caratterizzato dalla presenza di pareti scoscese, ricoperte da folta e rigogliosa vegetazione costituita prevalentemente da secolari boschi di faggio .
Fa parte del territorio del comune anche la frazione di Prati di Tivo posta a 1450 m di altitudine e sede dell'omonima stazione sciistica.
Il borgo si trova abbarbicato ed isolato su un'altura, sovrastata dal Corno Piccolo e appare prevalentemente costruito e restaurato in pietra locale, con un compatto impianto architettonico che ha conservato peculiari caratteri di autenticità.
Tra le strette viuzze, piazzette, stradine a gradinata, punteggiate da terrazzine fiorite e GAFI, cioè caratteristici balconi in legno di origine longobarda, si possono osservare: numerosi architravi fregiati con stemmi gentilizi ed epigrafi; passaggi pensili che collegavano le dimore di famiglie nobili e abitazioni strette a più piani, che conservano l’antico aspetto delle torri medievali.
Non ci sono fonti certe sull'origine di Pietracamela; le prime citazioni sull'esistenza del paese risalgono al 1324, quando con il solo nome di Petra e' stato nominato a proposito della decima che la Chiesa di S. Leutii de Petra in Valle Siciliana era tenuta a pagare.
In seguito, altre menzioni del paese si trovano durante i periodi di dominazioni degli Angioini e degli Aragonesi, tempi in cui il borgo fu feudo della famiglia degli Orsini.
Anche Pietracamela fa parte, dal 2007, del club dei borghi più belli d’Italia: menzione meritata per questo splendido paesino incastonato ai piedi del Gran Sasso. Il piccolo comune di soli 245 abitanti, affascina i visitatori per il suo splendido centro storico, che sembra fermo ad un’altra epoca .
Ai tesori artistici e architettonici, che includono le Chiese di San Leucio, patrono del borgo, di San Rocco e di San Giovanni Battista, si aggiungono anche quelli paesaggistici.
Nonostante la superficie poco estesa, Pietracamela vanta sul suo territorio Il Museo delle genti e degli antichi mestieri, Il quale,allestito in una delle sale del municipio, ospita immagini, oggetti, strumenti, utensili da lavoro di uso quotidiano, testimonianze della laboriosa civiltà contadina e montanara.
Nella sala comunale di Pietracamela c’è poi una grande tela, risalente sempre al periodo del Pastore Bianco, il gruppo fondato nel 1963 da Montauti, che rappresenta in figure monumentali e sintetiche, immutabili come la pietra, uomini e donne del borgo incastonate nel paesaggio montano di cui sono figlie.