La valle del Vomano, la più bella e fertile vallata della Provincia Aprutina: una piana solcata dall’ultimo tratto del fiume Vomano prima del mare; tutt’intorno colline, vigneti, uliveti, orti sconfinati, borghi d’altura, il Gran Sasso sullo sfondo, quasi sfocato, preziose architetture monastiche come San Clemente, o Santa Maria di Propezzano.
Proprio lei, perfettamente incastonata nel paesaggio, tra i vigneti e gli ulivi torti che sembrano imitare i torciglioni scolpiti sul suo portale “Atriano” in un complesso archivolto a tutto sesto formato da quattro ghiere concentriche di palmette, fogliette e vitigni.
Il paesaggio oggi sembra quasi immutato da quello dipinto nella lunetta sopra il portale d’ingresso della chiesa di Santa Maria del Crognale: il paesaggio delle vallate del Vomano e del Tordino ed una città fortificata, con torri a merli guelfi su di una collina, proprio Morro d’Oro, o Notaresco, feudo della potente famiglia Acquaviva; boschi di cornioli tra le risaie lungo i fiumi; è ben visibile il mare con velieri sullo specchio d’acqua, per indicare come i feudi deli Acquaviva arrivassero fino all’Adriatico.
La Vergine circonfusa di nuvole tiene in mano un qualcosa di sferico e rosso, simile al frutto di corniolo.
Forse proprio le fertilissime risaie degli Acquaviva oggi non ci sono più, grazie all’opera di bonifica voluta da Ignazio Rozzi all’inizio dell’800, per sostituirle con coltivazioni intensive di ortaggi, frutta e cereali.
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