Ciak Teramo

Corropoli

Il nostro itinerario prende il via da un panorama unico: il mare Adriatico da un lato, il fiume Vibrata, che scorre tra colline e bassopiani e, in lontananza le montagne della Laga, con il loro profilo che sembra ogni volta diverso. D’altronde siamo in “Un pezzo d’Abruzzo di rara bellezza fra natura e arte; un cucuzzolo sbarazzino capace di trasmettere al visitatore e al turista attento, un inconfondibile alone di profonda religiosità”. Era il poeta d’Aristotile, che così presentava Corropoli: immerso nella Valle del Vibrata nell’estrema parte orientale della provincia di Teramo, tra la Montagna dei Fiori ed il Gran Sasso e i dolci vigneti delle colline. L’origine del primo nucleo abitato si fa risalire al villaggio neolitico (5.500 anni fa) di Colle Rìpoli  (tra Corropoli ed Alba Adriatica) da cui eredita anche il toponimo: Colis Ripoli, Corropoli. Fu il medico condotto del paese, Concezio Rosa, a scoprirlo nel 1867, e i numerosi reperti ceramici, gli utensili di selce e di osso, nonché la strutturazione stessa dell’insediamento, raccontano di una comunità agricola notevolmente avanzata e socialmente organizzata. Ancora oggi Corropoli è centro agricolo e industriale, ma non privo di interessanti monumenti quali: il tempio romano della dea Flora di Colle Mejulano,del IIsec. A.C., ville e Templi.

Nel 1393 Corropoli passò sotto il dominio della famiglia Acquaviva, fino al 1760, che la ricevette in premio dal re Ferrante per averlo aiutato a reprimere la ribellione degli atriani. Sotto gli Acquaviva, a Corropoli vennero costruite solide mura e un castello baronale, con sale di tortura, grandi cantine e stalle nel perimetro che oggi è occupato dalla piazza, Piazza Piè di Corte, appunto. Le mura erano intervallate da 12 Torri quadrate, collegate tra loro da una rete di gallerie sotterranee. Proprio per la presenza di queste mura con le 12 Torri merlate e per la presenza del Castello all'interno delle mura stesse, lo stemma di Corropoli ha sempre recato al centro il castello con tre torri merlate, simbolo di un forte potere feudale sul territorio. Numerosi e preziosi sono i monumenti di epoca medievale: Santa Maria di Mejulano "la Badia", il Monastero di San Benedetto a Gabbiano, la chiesa parrocchiale di Sant'Agnese, il convento di Santa Maria degli Angeli, detto “la Montagnola”. Al periodo successivo, XV e il XVI secolo, risale la costruzione del campanile, 

il “fratello minore, possiamo dire, dei quattro della Diocesi:

“i quattro campanili, attribuiti ad Antonio da Lodi ed ai maestri lombardi nel territorio Aprutino, sono ancora le bandiere di Atri, Teramo, Campli, Corropoli, svelando da sempre un grande senso di appartenenza, una vicinanza, una identità antica e nuova di Comunità di confine”; specie nei Campanoni, denominati: l’Assunta ad Atri, l’Aprutina a Teramo, l’Immacolata a Campli e la Madonna del sabato santo a Corropoli, risvegliano, quando suonano, un’emozione profonda…un affidamento devoto ed una pietà mariana che hanno segnato i nostri paesi e le nostre città” (Norberto Rozzi, ingegnere, studioso).


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